Abruzzo: dall’Aquila alla vivace Pescara, dall’antica Chieti alla costa dei trabocchi, scopri il tuo itinerario tra mare, colline, borghi antichi e montagne, con la guida di DOVE
Forte e gentile: questi gli aggettivi generalmente associati all’Abruzzo, una regione compresa tra l’Adriatico e l’Appennino centrale, la cui natura ruvida e a tratti selvaggia, unita a una storia antica e alla ricchezza della sua cultura, regala a chi la visita un’emozione dietro l’altra.
Qui ci sono alcune tra le vette più alte d’Italia (Il Corno Grande del Gran Sasso e il massiccio della Majella, che sono anche note stazioni sciistiche), aree naturalistiche di grandissimo interesse, come il Parco Nazionale d’Abruzzo, e una costa variegata, con larghe spiagge sabbiose a nord e litorali con fitta macchia mediterranea al sud, lungo la costa dei trabocchi (le suggestive macchine da pesca su palafitta).
Il sisma del 2009, che ha colpito soprattutto la provincia dell’Aquila, ha ferito profondamente questa regione e ne ha in qualche modo modificato i tratti (alcuni comuni sono stati rasi al suolo dal terremoto), ma non ha abbattuto lo spirito dei suoi abitanti la cui forza e tenacia è dimostrata dalla lenta ma inesorabile rinascita delle terre mutate.
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Cosa vedere in Abruzzo, tra mare, antichi borghi e montagne
L’Aquila. È il capoluogo dell’Abruzzo città dalle mille sfaccettature, nata, secondo la leggenda, dall’unione di 99 castelli abruzzesi. Pesantemente colpita dal sisma del 6 aprile 2009, costato la vita a 309 persone, la città oggi sta ancora pagando le conseguenze della tragedia: la ricostruzione procede lentamente, il centro storico, devastato dalle scosse, è ancora in parte inagibile, e nella zona rossa regna tuttora un silenzio irreale.
Eppure, oggi più di prima L’Aquila è una città che va scoperta. Camminando su e giù proprio in quel centro storico, fatto di un dedalo di vicoli, ripide stradine e splendidi scorci, ma anche fuori dalle mura, per ammirare quei monumenti simbolo, come la Fontana dalle 99 cannelle o la Basilica di Collemaggio – con la sua Porta Santa, la prima costruita al mondo – tornati al loro antico splendore dopo accurati lavori di restauro.
L’Aquila: cosa vedere e dove andare
Pescara. Semidistrutta dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, la città è oggi quasi tutta ricostruita ed è il centro più importante di tutta la regione a livello economico e per i servizi. Restano tuttavia tracce del passato, che richiamano i turisti attratti in città dalle spiagge organizzate.
Tra i luoghi più visitati c’è sicuramente Casa D’Annunzio, in corso Gabriele Manthoné, dove nel 1863 nacque Gabriele D’Annunzio e che dal 1993 è diventato un museo; palazzo Perenich, costruito sul modello del Palazzo Strozzi di Firenze; l’ex Kursaal, nato come stabilimento balneare nel 1910, poi trasformato in liquorificio e infine dal 2007 riaperto come polo museale.
Imperdibile, per chi visita Pescara, una tappa alla Pineta Dannunziana, riserva naturale situata nella zona sud della città: è la più grande area verde della città, con più di 50 ettari di area protetta, e contiene una notevole varietà di specie di flora e fauna, tipiche della macchia mediterranea.
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Chieti. Definita il “terrazzo d’Abruzzo” per la sua posizione geografica a metà tra l’Adriatico e gli appennini, è divisa in Chieti Alta e Chieti Scalo. In città alta, il nucleo più antico della città, si trova il centro storico e i principali monumenti d’interesse artistico, mentre Chieti Scalo è la parte nuova e industriale. Dichiarata città aperta durante la seconda guerra mondiale, Chieti non ha subito gli stessi bombardamenti a tappeto di Pescara e molti edifici storici sono stati salvati dalla distruzione bellica.
Tra questi meritano una visita Villa Frigerj, dove oggi ha sede il Museo archeologico nazionale d’Abruzzo e il cui giardino è il più grande parco pubblico della città, e la Cattedrale di san Giustino. Costruita nel X secolo, San Giustino è la chiesa principale e più antica di Chieti, che lavori di ristrutturazione condotti nei secoli hanno via via trasformato in un edificio dall’architettura variegata, con esterni neogotici, interni barocchi e cripta gotica.
Sul litorale, la provincia di Chieti offre la suggestiva Costa dei Trabocchi. Da Ortona a San Salvo, passando per la meravigliosa Riserva Naturale di Punta Aderci e Vasto, si susseguono tratti di costa pedonale, affacciati sulle antiche macchine da pesca su palafitta, oggi trasformate anche in ristoranti di pesce. Sulla costa di San Vito Chietino si trova il trabocco di Punta Turchino, il più antico fra quelli ancora esistenti.
Teramo. Di origini antichissime, la città conserva un notevole patrimonio artistico, a partire dalla Cattedrale di Santa Maria Assunta (risalente al XII secolo), che troneggia in piazza Orsini, ricavata dallo smantellamento dell’anfiteatro romano e dal teatro del I secolo.
Negli anni ’60 Teramo ha subito pesanti e invasive modifiche urbanistiche ma molte altre vestigia di epoca romana venute alla luce con i lavori sono state recuperate e messe in salvo. Di rilevante importanza artistica è la Chiesa di Santa Maria de Praediis, costruita con i materiali di un castello andato distrutto, presso un tempio dedicato a Vesta.
Imperdibile poi il Borgo Medioevale (detto anche Castello Della Monica, dal nome del suo progettista): un complesso di edifici ottocenteschi realizzati sul piccolo colle di San Venanzio, attraverso la fusione in un’unica struttura di differenti stili architettonici e artistici.
Borghi. L’Abruzzo nasconde tra i suoi monti e le sue vallate anche piccoli borghi che sono veri e propri gioielli e che spesso sono stati utilizzati come set cinematografici (un esempio: il celebre Ladyhawke, con Rutger Hauer e Michelle Pfeiffer, che è stato in gran parte girato nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, tra Pereto, Campo Imperatore e il castello di Rocca Calascio).
Tra i piccoli centri più caratteristici vanno segnalati Pescasseroli, che ha dato i natali a Benedetto Croce ed è oggi sede dell’ente gestore del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise; Sulmona, nota per la sua secolare tradizione di produzione di confetti e per il Museo dell’Arte e della Tecnologia Confettiera; Anversa degli Abruzzi, sede del Parco letterario Gabriele d’Annunzio; Scanno, per il centro storico e il paesaggio; Lanciano, meta di pellegrinaggi per il suo miracolo eucaristico.
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Natura. Oltre ai tre parchi nazionali della Majella, d’Abruzzo e del Gran Sasso e Monti della Laga, in Abruzzo ci sono anche il parco regionale Sirente-Velino, e numerose altre riserve naturali di minore estensione. Ma tutta la regione può essere scoperta a piedi o in bicicletta, seguendo cammini e itinerari nella natura.
In particolare, c’è Il cammino dei Briganti, un sentiero ad anello lungo circa 100 chilometri che si sviluppa tra Abruzzo e Lazio, denominato così perché, ai tempi dell’Unità d’Italia, in queste zone era attiva la Banda di Cartòre, comandata dal brigante Berardino Viola.
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Cucina tipica abruzzese: i piatti della tradizione
A tavola, l’Abruzzo dimostra le sue radici contadine, pastorali e marinare con una cucina molto varia e allo stesso tempo semplice: spaghetti alla chitarra, brodetto di pesce, pecora alla cottora sono un gustoso viaggio nei mille sapori dell’Abruzzo
Pastorizia e agricoltura sono attività ancora ben sviluppate in Abruzzo e la gastronomia propone gusti forti e genuini, privi di sofisticazioni di ogni sorta. La cucina regionale si basa quindi in gran parte su carni ovine, formaggi e verdure. Rilevante l’incidenza della pasta nella dieta degli abruzzesi.
Molti i primi piatti, grandi protagonisti della cucina abruzzese: a partire dai maccheroni alla chitarra, lunghe fettucce di pasta sfoglia a base di farina e uova fatta passare sulla chitarra (telaio in faggio con due serie di fili di acciaio). Vengono serviti con il ragù di agnello e accompagnati ai vini locali come il Montepulciano d’Abruzzo Colline Termane Doc, vino rosso ottenuto da uve omonime che richiede un invecchiamento minimo di due anni, di cui uno in botti di legno e sei mesi di affinamento in bottiglia. Altro vino famoso della zona è il Trebbiano d’Abruzzo Doc, bianco con gradazione minima di undici gradi.
Diverso il menù costiero, che naturalmente è a base di pesce. Da segnalare il brodetto alla vastese (di Vasto), per il quale si utilizzano diversi pesci interi e crostacei e non è previsto il soffritto.
Quanto ai formaggi, bisogna segnalare il Pecorino di Farindola, unico formaggio al mondo preparato con un caglio di maiale e prodotto sul versante orientale del Gran Sasso. Altro pecorino locale è il Canestrato di Castel Del Monte prodotto con il latte delle pecore che pascolano a 180 metri, al Campo Imperatore.
Tra i salumi, la Ventricina è un insaccato racchiuso nello stomaco suino (e non in un budello) speziato con peperone in polvere e finocchietto e fatto stagionare per tre mesi.
Tantissimi gli olii caratteristici: l’olio Aprutino pescarese Dop, quello Pretuziano delle Colline Teramane e quello delle Colline Teatine Dop. Tra gli altri prodotti d’eccellenza del territorio abruzzese un posto di rilievo meritano i tartufi bianchi e neri e lo zafferano dell’Aquila Dop, prodotto in quindici comuni dell’altopiano di Navelli e ottenuto dalla tostatura degli stimmi del fiore Crocus Sativus.
Abruzzo: origini e storia
Suddiviso in quattro province, L’Aquila, Pescara, Chieti e Teramo, l’Abruzzo ha più volte modificato i suoi confini nel corso della storia. La prima citazione giuridica della regione risale al 1233 e viene identificata con la creazione del Giustizierato d’Abruzzo, facente parte del Regno di Sicilia.
Nel 1273, il giustizierato viene suddiviso in due territori: Abruzzo ulteriore, in massima parte corrispondente all’attuale provincia dell’Aquila e a quella di Teramo, e Abruzzo citeriore, nella restante parte della regione. Queste province furono parte integrante per circa sette secoli del Regno di Napoli e successivamente del Regno delle Due Sicilie.
Unito al Molise, l’Abruzzo perse parte del suo territorio con l’istituzione della provincia di Rieti nel 1927. Una nuova e ancor più ampia amputazione territoriale venne effettuata nel 1963, allorché la Provincia di Campobasso venne proclamata regione con il nome di Molise, creando così un’ulteriore divisione di un territorio contraddistinto, per secoli, da un carattere unitario ben definito.
Ma le origini della regione hanno qualcosa di mitico: la fondazione di Chieti risalirebbe a una colonia di guerrieri Achei e il piede di Achille viene rappresentato ancora oggi nello stemma della città. Il popolamento dell’Appennino abruzzese da parte di popoli pastorali sabini risale già al VIII-VI secolo a.C. Questi, seguendo il rito del Ver Sacrum (primavera sacra), consacravano agli dei i figli durante la primavera e, quando questi diventavano adulti, lasciavano il proprio territorio per colonizzare una nuova terra, costituendo così in un nuovo popolo.
Le divinità non erano sempre le stesse, così i consacrati a Pico divennero i Piceni; quelli a Marte i Marsi, coloro che adoravano Vesta presero invece il nome di Vestini. Nel 325 a.C. durante la seconda guerra sannitica, una coalizione di Vestini, Peglini, Maruccini e Frentani fu sconfitta dai romani. Nel VII secolo, poi, tutto il territorio passò sotto il dominio dei Longobardi. E poi toccò al dominio dello Stato della Chiesa. Nella storia recente, l’immediato Secondo dopoguerra vide una massiccia emigrazione di abruzzesi verso il Belgio, la Germania e la Svizzera.
Quando andare in Abruzzo
Con un territorio tanto variegato anche il clima nella regione cambia da zona a zona. Lungo la costa il clima è mediterraneo, con inverni miti ed estati non troppo calde; mentre, man mano che ci si allontana dal mare, le temperature si abbassano, in maniera inversamente proporzionale alla quota.
Nelle vallate, come quella in cui si trova L’Aquila (considerata la città più fredda d’Italia), ci sono però forti escursioni termiche, con inverni molto rigidi e termometri che in estate superano spesso i 30 gradi.
La scelta della stagione per visitare la regione va quindi calibrata in base all’attività da svolgere: ma se l’inverno è l’ideale soprattutto per chi, da sud, non vuole spostarsi troppo per trovare stazioni sciistiche di alto livello (come Roccaraso e Ovindoli), tutte le altre stagioni soddisfano le esigenze di ogni tipo di turista.
Come arrivare e muoversi in Abruzzo
Aereo. L’Abruzzo è collegato al resto dell’Italia con l’Aeroporto internazionale d’Abruzzo a Pescara, aperto al traffico civile nel 1996. Oggi l’aeroporto collega la regione con molte destinazioni italiane ed europee
Treno. La rete fondamentale della regione è costituita dalla direttrice Adriatica che collega l’Abruzzo con Bologna e Bari attraversando il litorale abruzzese da nord a sud. Particolarmente importante, tra le linee complementari, quella Roma-Oricola-Sulmona-Pescara.
Auto. Sono tre le autostrade che servono la regione: l’A24, che collega Roma con l’Aquila e Teramo; l’A25, che consente invece il collegamento tra Roma e Pescara; e l’A14, che da Bologna porta a Taranto.
Per altre informazioni: Abruzzo Turismo
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Revisione di Annalisa Misceo – maggio 2020
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